Recensione L’isola delle bambole di Maria Elena Cristiano

TRAMA

Fred Wallstone è un simpatico ciarlatano che si spaccia per medium. Fingendo di parlare con le anime dei defunti, raggira ricche vedove e le seduce con i suoi modi raffinati da consumato gigolò. La calma programmata della sua vita da truffatore viene sconvolta dall’arrivo di Joseph Fuller, un vero spettro in ectoplasma e spirito. Ne nasce la più improbabile fra le collaborazioni medianiche ed i risultati non tardano ad arrivare: il fantasma mette in contatto l’imbroglione con le anime di una moltitudine di cari estinti. In pochi mesi la popolarità di Wallstone balza alle stelle, così come il suo conto in banca. Le strabilianti abilità del medium più osannato d’America crescono ulteriormente grazie all’incontro, fortuito ed avventuroso, con un seducente dandy inglese, Sir Edward Howard IX Duca di Norfolk: bello, colto e vampiro. Naturalmente, il successo di Wallstone viene osteggiato da diversi agguerriti detrattori e, per dimostrare l’autenticità dei suoi poteri, sarà costretto ad affrontare il mistero che avvolge l’inquietante, sinistra e spaventosa Isola delle Bambole, in Messico.

Genere: horror

 pag. 312

Editore: Capponi Editore

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L’AUTRICE

Citazione

Xochimilco al crepuscolo si tingeva di una suggestiva sfumatura di arancio dorato. Il sole inondava di fuoco liquido ogni angolo, strada, acciottolato e casa del borgo messicano, riportando indietro lo scorrere degli annidi almeno un paio di secoli. Una coltre di rassicurante immobilità era calata sulla città assopita e gli orrori della Isla, distante appena un chilometro, non potevano sembrare più lontani ed irreali. In un tramonto come quello, il male stesso sembrava irreale.

RECENSIONE

Troviamo una scrittrice che sa il fatto suo, molto descrittiva, anche ironica per certi versi, che mette come protagonista un personaggio non risentito o scontato, ma un ciarlatano come Fred Wallstone che si spaccia per medium. Considero tale idea originale e singolare, in questo volto principale riscontriamo simpatia, leggerezza, fascino, ma al contempo quell’apparente voglia di esorcizzare tutto con scherno che però da una parte cela, vista la vicenda terrificante, un fondo di paura autentica.

Ad affiancare Fred c’è lo spirito di Joseph Fuller, studente morto durante una strage nella scuola che frequentava nel lontano 1999 in Colorado.  Fuller si presterà come colui che mette in contatto Fred con i defunti, ma sarà veramente capace e utile a tale intento? Infine il non-morto, il duca di Norfolk, un vampiro bello ed elegante, anche molto intelligente. Lui regala una parte signorile alla storia e rompe un po’ gli schemi degli altri due personaggi più semplici e meno colti. Ogni personaggio proprio per la sua diversità regala un accozzamento molto innovativo e coinvolgente, la varietà delle loro caratteristiche fisiche, sovrannaturali e psicologiche crea talvolta sano attrito e scontro, mentre in altre solida unione, rendendolo veritiero e somigliante ai rapporti sociali quotidiani che esistono nella vita di ognuno di noi. Sappiamo che è una storia fantasy, paranormale e horror, dove l’autrice ha mischiato fonti e documentazioni attestate lungo un suo viaggio proprio all’Isola delle Bambole (lingua di terra nella laguna di città del Messico), unendole alla sua vena creativa.

Ho trovato le descrizioni delle bambole molto d’impatto e d’effetto, le apparizioni del demone e della bambola, veramente suggestive, soprattutto con il personaggio della giornalista Brannighan che rafforza la storia. La vicenda di Barrera che ha tappezzato l’isola di bambole l’avevo risentita, ma grazie a questo libro mi sono potuta soffermare meglio sulla storia e godere della fantasia che poi ha dato vita al romanzo gotico, merito dell’autrice. Barrera è rimasto talmente ossessionato dal ritrovamento della bambina con la sua bambola che la follia lo ha spinto a riempire il luogo di altri pupazzi e ulteriori marionette. Cosa c’è di più terrificante di vedere tanti pezzi di bambole rotti, occhi di porcellana che ti guardano, abitini anneriti e strappati? A me personalmente crea più terrore che la vista di semplice e puro sangue. Ho apprezzato anche la descrizione delle uccisioni che la scrittrice inserisce quando qualcuno ruba la bambola al demone della bambina morta, ritrovata da Barrera. Sussiste anche dello splatter molto evocativo.
Anastasio, il nipote di Barrera, è la ciliegina sulla torta perché la scrittrice grazie al suo viaggio fino in Messico e alle informazioni avute appunto da lui riuscirà a estrapolare una storia avvincente e indimenticabile nel panorama dell’horror, del paranormale e del romanzo nero.

FRANCESCA GHIRIBELLI

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